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L'altra
metà dell'amore
(Lost
and Delirious)
a
cura di Maria Grazia Riveruzzi
REGIA:
Leà
Pool
ATTORI:
Piper
Perabo, Jessica
Paré, Mischa
Barton, Jackie
Burroughs,
Mimi
Kuzyk, Graham
Greene (II),
Amy
Stewart, Caroline
Dhavernas,
Luke
Kirby, Noel
Burton
SCENEGGIATURA:
Judith
Thompson
FOTOGRAFIA:
Pierre
Gill
MONTAGGIO:
Gaetan
Huot
MUSICHE:
Gordon
Gano, Yves
Chamberland
PRODUZIONE:
CITE' AMERIQUE - DUMMETT FILMS
DISTRIBUZIONE:
NEXO
PAESE:
Canada
DURATA:
103 Min
DATA
USCITA:
31 maggio 2002
GENERE:
Drammatico
ANNO:
2001
RECENSIONE
L’altra
metà dell’amore s’ispira al romanzo di Susan Swan, intitolato “
The wines of Bath “ (settembre 1993) , dove Bath , ovvero Ladies
Bath College, è il luogo in cui si svolge la storia. Il titolo
originale del film, girato in Canada dalla cinquantenne
svizzera Lea Pool, Lost and Delirious consente di introdurre meglio
la storia di passione e di follia che si consuma all’interno del
College. E’ la storia tragica di un amore saffico nell’età
adolescenziale cui, però, la regista e la sceneggiatrice
Judith Thompson, hanno voluto dare una forte “vena” universale. A
mio avviso, la regista Lea Pool ha tentato, al di là di ogni intento
celebrativo , di scavare e di cogliere nell’amore lesbico
l’elemento metafisico: ciò che , qui , viene celebrato è l’Amore
come Assoluto che trascende le rappresentazioni fenomeniche di tempo
e di spazio , di materia e di forma e si colloca oltre i limiti
terreni, lassù…in alto…dove vola la poiana. L’amore è ,dunque
, il filo conduttore di tutto il film che porterà una delle due
ragazze, Pauline, a rinunciare alla vita piuttosto che ad esso .
Lea Pool ,
grandissima regista, già famosa in Italia per il film “ Anne
Trister” , è in grado di regalarci forti emozioni , toccando
le corde più sottili del nostro cuore e parlando a tutti/e noi.
Soprattutto alle donne che vivono un chiaro desiderio d’amore .
Perché Pauline Oster
(Piper Perabo),Tory-Victoria (Jessica Parè), Mary Bradford ( Mischa
Barton ), le protagoniste- interpreti della storia sono tre “
ragazze smarrite “, sono le Peter Pan in versione femminile ,
impaurite e affamate d’amore : Pauline , l’adottata cerca la
madre naturale e vive spontaneamente la sua unica e vera storia
d’amore con Tory, perché “senza di lei la vita non è che una
stalla“ ripete, citando un verso shakespeariano di “ Antonio e
Cleopatra “.
Victoria ,
soprannominata Tory, vive un chiaro ed esplicitato conflitto d’amore
e d’odio con la madre definita “ falsa “e paragonata alla
cioccolata di cui non si può fare a meno anche se ti dà calci sui
denti. Mause , battezzata da Pauline come Mary la Brava , ha
conosciuto e goduto dell’amore materno fino a tre anni prima quando
in un giorno d’autunno , ancora caldo , la mamma si era spenta tra
le sue braccia , pregandola di non dimenticare . Al dolore della
perdita si è aggiunta , ora, l’amarezza di non ricordare ,a volte
, i lineamenti del suo viso La relazione con le madri ,
nominate ma rese invisibili nel film , sembra essere l’elemento
fondante l’esistenza di queste adolescenti ; determinerà il loro
destino nel bene e nel male .
L’altra metà
dell’amore è la storia rivissuta e raccontata con l’occhio
esterno e obbiettivo di Mary che divide la stanza con le due
ragazze-amanti e intreccia con loro una relazione d’amicizia e di
complicità ; una relazione costruttiva che la integrerà al nuovo
ambiente dove era arrivata come “un topolino grigio nella
bocca di un gatto”. Giorno dopo giorno osserva dall’angolo buio
del suo letto le loro ombre abbracciate , i gesti furtivi , delicati
, ascolta i loro bisbigli , i loro rumori ; tutto diviene per lei
normale , tutto come parte della sua realtà .
Ma l’evidenza di
questa “amicizia” trasgressiva agli occhi inaspettati della
sorellina di Tory impedisce la continuità , diventa anormale ,
insopportabile . Il sogno d’amore si spezza a causa
dell’inconciliabile dualismo tra sentimento e ragione , tra il loro
amore e le ferree regole sociali a cui Tory finirà per cedere per
non deludere i genitori.
Ma non Pauline , la
trasgressiva , l’ anticonformista , la ribelle , ma anche la figlia
abbandonata e ancora una volta rifiutata …la figlia più affamata :
l’amore è il suo unico nutrimento…..senza di esso inizia la
discesa verso la tristezza , la disperazione , la follia……Non
Pauline , la guerriera alla ricerca di affetti assoluti e li trova ,
infine , dentro di sé , fanno tutt’uno con la natura : il bosco ,
il falcone , la madre vera contro quella “finta” e dalle mani
gelide . E la natura trionfa con la morte , quando l’anima umana si
emancipa dalla forza della materia .
La seconda metà
del film riserva i momenti più riusciti. La Pool mette in
scena con estrema e dura coerenza il progressivo desiderio di morte
che, contrapponendosi alla pulsione d’amore, s’insinua nella
mente di Pauline fino a culminare nella tragica scelta. Il
parallelismo metaforico tra Pauline e il falcone ferito conferiscono
una certa suggestione poetica e filosofica alla narrazione
cinematografica. Sarà lei il falcone ferito che , guarito, si
solleva in volo , disegnando a grandi cerchi nell’aria la distanza
dalla vita “terrestre”. L’amore assoluto e di questo si tratta
dà a Pauline le ali e trasfigura la creatura umana in angelo . Gli
altri preclusi rimangono a terra ad osservare il volo della poiana .
Soltanto Mary o Mause
ritrova nella tragedia l’identità materna , la protezione della
madre morta: “ l’amore che mi hai dato , mamma.
, brilla dentro di me come una fiamma accesa e mi ha salvato dal
pozzo nero e come una poiana sono volata lassù dove volgo lo
sguardo”.
L’opera della
regista ha comunque dimostrato una certa abilità nell’affrontare
il tema dell’amore lesbico senza convenzionalità e senza cedere
alle lusinghe del dramma , perché altro vuole comunicare rispetto
alla circolarità del racconto . La paura di crescere , la fede
assoluta nei sentimenti , il senso di inadeguatezza dell’età
adolescenziale , la ricerca di un’identità definita , la
costruzione di un ordine simbolico femminile come mediazione
esistenziale , il senso di abbandono e di solitudine….tutto questo
trova nel film al femminile una straordinaria rappresentazione .
Concorrono a rendere suggestiva e coinvolgente l’opera il
talento delle attrici , Piper Perabo ( Pauline) , Jessica Parè (
Victoria) ,Mischa Barton (Mary), ben scelte e ben dirette dalla
regista che ha portato alla ribalta internazionale una promettente
star del futuro : Piper Parebo distintasi in modo particolare
grazie alle intense trasfigurazioni che ha saputo conferire ad un
personaggio così complesso e difficile.
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